La Casa Per L’Albero

2011 - Installazione - 550 (h) x 300 x 200 cm

 

Premio InSesto 2011

a cura di Marco Minuz

Progetto per Ex Essicatoi di San Vito al Tagliamento

 

Ci sono casette per appoggiare una valigia e poi ripartire, casette per addormentarsi abbracciati, casette per nascondere le proprie paure, casette per custodire la foto di qualcuno che ora ci manca, casette per picchiare la propria moglie e poi uscire con una cravatta, casette per mostrare un vaso rosso, fragile fragile. Poi ci sono anche casette che

cercano di staccarsi dal suolo, di sparire in nuvole verdi di foglie, come quando da piccoli, con un semplice mantello, potevamo volare con un soffio di vento. Casette pensate dagli antichi per salvarsi dai pericoli, sognate da alcuni baroni che ambivano a possedimenti di libertà, sempre volute

dai bambini. Forse dovremmo capire che le casette sugli alberi ci servono ancora, dovremmo accorgerci che ce ne sono troppo poche e riflettere

che forse ogni quartiere dovrebbe averne una. Le casette sugli alberi sono luoghi magici, che ci staccano dal suolo per avvicinarci un po’ al cielo, che ci aiutano a prendere coraggio per sfidare convenzioni e ritornare a giocare. Luoghi per piangere, meditare, sparire, amoreggiare, stupirci, parlare con

gli alberi, e soprattutto per vedere tutto dall’alto e accorgerci che, molto spesso, siamo buffe creature che si prendono troppo sul serio.

Luoghi per lasciare giù i quotidiani problemi di terra e acquistarne di nuovi... quelli d’aria.

Marco Minuz